…chè anche le prime non scherzano. Con una pendenza, per intendersi, che ti fanno male i polpacci a furia di frenare.
Per qualche pomeriggio sono andata al mare senza il Samsung.
No foto, no video e tutt cos.
Avevo voglia di guardare e basta.
E ridurre al minimo i pesi per le mie camminate verso/da Adriatico.
Camminate fatte di km. 4+4 (i secondi in risalita).
I pesi e anche le responsabilità.
Non volevo star lì a dare un occhio perenne alla borsetta sullo scoglio. Anche se il punto scelto è così inaccessibile che faccio prima io a risalire dall’acqua di chiunque altro ad avvicinarsi da terra.
Tornando nella casa che mi ospita ho pensato.
Ridurre pesi e responsabilità.
Potrebbe essere il motto per questi miei tempi. Nei quali sto ultimando anche la liberazione di pesi in giro per casa. Mobilio, corredi e arredi vari.
Vale anche per i rapporti. Che riduco all’osso, al giusto. E a quest’osso decido di dedicare le mie energie. Cagnolina solitaria e puntusa. Anche in considerazione di Sedici, che le prende quasi tutte. Le energie, dico.
Nel mare della vita.
Lasciando l’orizzonte ampio.
Ho scritto questo pezzo giorni fa. Su un portatile. Che non aprivo da anni.
E col quale non era proprio cosa connettersi.
Ci ho trovato dentro un sacco di spazzatura.
O, meglio, di roba che è diventata tale dopo una rapida occhiata. Cartelle di stampanti che non ricordo neanche di avere mai posseduto. E poi jpg, doc, mail. E ancora e ancora. Tutto via, nel cestino. Facciamo pulizia e posto per altro. Oramai, il disco fisso è quello che è. Come può uno scoglio…? Clic.
M.A.C agosto 2016
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