Pensierino mattutino
post serata/festa su raiuno
ah a proposito: pare che l’operazione in totale sia costata un milione e mezzo di euri. E spiccioli. Prosit, mammarai!
Ieri sera, a caldo, ho scritto un paio di battute su facebook.
LA PRIMA:
SOLO UN ESEMPIO TRA I TANTI
“Le tue calzette rosse. E la cantina buia dove noi. Poi le tue corse. L’eco dei tuoi no. Ferma, ti prego, la mano.” Qualcuno dica a Mogol che non ha fatto solo sognare. Ma dato anche il suo sporco contributo. Bellissimo. Stupendo. Ma sempre sporco.
LA SECONDA:
È TUA SE… DICI SÌ
“Motocicletta. Dieci hp. Tutta cromata. Io sono un disperato. Domani puoi dimenticare. Domani. Ma adesso dimmi di sì.”
Di certo non è una proposta/canzone che negli anni 70 vede un uomo rivolgersi a una donna. Anche se hai tentato di passarcela la storiella del ragazzotto ignorante de paese che… ma scusa? hai sempre sostenuto che tutto quello che scrivi lo hai vissuto tu? E mo? Paru paru con la motocicletta scrivesti di uno de Velletri che vuol regalare la moto alla ragazza? Ok, allora.
A quel tempo non era proprio cosa… Ma oggi? Perché oggi San Mogol non ci dici a chi pensavi veramente invece di tentare di rifilarci minchiate? Perchè oggi non lo fai? In fondo, potresti. O no?
oggi vorrei dire altro.
Ok, è assodato da parecchio tempo: non sapremo mai molto della relazione tra Mogol e Battisti. Quale che fosse. Quale che sia stata mai. Questo da molto prima che Battisti morisse. E, anzi, da prima che la loro relazione si rompesse. Insomma, da sempre
per restare in tema.
Binomio del quale non sapremo mai nulla di… scabroso nel profondo.
E va bene così.
E Battisti batte Mogol 10 a 1. Sempre per giocar coi numeri.
ebbene sì, anch’io faccio parte, non solo per dato generazionale, della lunga schiera di people che non comprava dischi nè ascoltava Battisti, perchè… era ‘no stronzo de destra!
Poi però la sua musica è entrata anche dentro di me.
Segno che (è sempre il mio pensierino parziale piccolo piccolo):
1. la sua genialità era stratosferica. e ancora oggi è così
2. de minchiate a sinistra se so’ dette e fatte tante, nei favolosi anni 60/70. e questa è solo una. tra le più minuscole.
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